Diario di viaggio: Mauritius, prima parte

[dal diario di viaggio di Mauritius, gennaio 2011]

“La bandierina di Mauritius è la 33esima nel mio personale mappamondo, la terza e ultima del 2010 e la prima del 2011. Non tantissimi giorni di vacanza nel periodo di capodanno, la voglia di andare lontano ma senza troppo fuso orario e poi il sogno (proibito) di cambiare stagione, di rubare 10 giorni d’estate (dico, ci avevate mai pensato in questi termini??). Ecco qui, in breve, i motivi per cui scegliere di andare a Mauritius. Con queste premesse, mi rendo conto, si potrebbe andare in una miriade di altri posti. A noi è piaciuta l’idea di un’isola non troppo piccola che offrisse anche qualche diversivo alle spiagge (sebbene queste rimangano il motivo n°1 per andare fin lì).

Pereybere Beach, struscio serale

Le brutte notizie: il volo è lungo e carissimo. Le belle notizie: una volta arrivati avrete il vostro meritato angolo di sabbia, azzurro e palme, spendendo decisamente poco e senza rinchiudervi necessariamente in un villaggio turistico. Dopo una proficua ricerca sul web e una lettura di *tutti* i paragrafi della lonely alla voce “Pernottamento” abbiamo scelto di alloggiare a Pereybère, a nord-ovest. Il posto risponde alla descrizione della guida: una località tranquilla con una piccola spiaggia pubblica, vicina ma lontana il giusto dalla iper turistica Grand Baie. Abbiamo trovato un appartamento discreto, abbastanza basic, ma con tutto quello di cui avevamo bisogno (Krissy’s Apartments) ad un prezzo onesto e ragionevole.

A nord dell’isola

La spiaggia di Pereybère è bella ma piccola, il che non sarebbe necessariamente un aspetto negativo se non fosse che è frequentatissima dai locals. Anche questo, non sarebbe necessariamente un aspetto negativo perché consente una interessante attività di “people watching”…ma quando dico “frequentatissima” intendo davvero: frequentatissima. In generale abbiamo notato che l’attività prediletta dei mauriziani è il pic-nic in spiaggia. Dove pic-nic significa: stipare un furgoncino con quanti più parenti, amici e cibo possibile, scaricare tutto quanto sulla spiaggia e procedere con il cucinare arrosti speziati, gonfiare materassini, sparare musica a tutto volume, costruire tendopoli e bivacchi e mantenere il tutto fino a data e ora da definire. Ci siamo chiesti più volte: “ma i bambini non vanno a scuola? E gli adulti non lavorano…ma proprio nessuno??”. La prima risposta ovvia che ci siamo dati è stata che anche per loro era un periodo di vacanza. Ogni giorno ci aspettavamo fosse l’ultimo giorno di vacanza e di vedere gli abitanti riprendere il tran-tran della vita quotidiana. Non è successo, le tendopoli in spiaggia sono rimaste lì, i bambini anche, i parenti pure, l’arrosto al curry che ve lo dico a fare.

I primi 2 giorni abbiamo deciso di affittare uno scooter e cominciare l’esplorazione della parte nord dell’isola. Il primo giorno siamo andati ad est, passando per Cap Malhereux, Goodlands,Poudre d’Or e procedendo fino a Roches Noires.

Tempio hindu nel nord dell’isola
Church at Cap Malhereux
Cap Malhereux
Church at Cap Malhereux

Se come noi opterete per la soluzione di spostamenti con mezzo proprio, vi accorgerete che percorrere le distanze prende più tempo del previsto, nonostante le strade siano in ottime condizioni.. è proprio che: l’isoletta non è mica così piccola come sembra! Tutte le località che ho nominato meritano di essere attraversate, in particolare Goodlands, dove è meglio passare la mattina di un giorno feriale: c’è il mercatino lungo la strada principale (ah, quindi qualcuno lavora..), donne in sari a profusione, e un coloratissimo e misteriosissimo tempio induista (ne vedrete altri in giro, comunque). Per quanto si tratti di un paesello, la strada principale è molto trafficata..ma anche questo può essere un elemento di interesse. Per me lo era, ma io non ero alla guida.

Goodlands
Tempio hindu di Goodlands
Tempio hindu di Goodlands

Roches Noires

Il secondo giorno partiamo in senso opposto verso Grand Baie, fino alla spiaggia di Trou aux Biches. (Per alcune importanti precisazioni sulle spiagge di Mauritius leggi qui). Dopo un pranzo in un ristorante di Troux aux Biches dai tempi tropicali, siamo ripartiti (in scooter sotto la pioggia, of course!) alla volta di Pamplemousses per visitare i Royal Botanic Gardens: interessante soprattutto la vasca con le ninfee giganti con foglie simili a teglie per la pizza!

Sir Seewoosagur Ramgoolam Botanical Garden

 

 

Dopo due giorni di scooter e chiappe doloranti, ci è stato chiaro che non avremmo mai percorso tutta l’isola, a meno di non fare i turni notturni di guida. Abbandoniamo le due ruote per tentare una giornata di trasporto pubblico con l’obiettivo di visitare Port Louis (capitale) e spianarci al sole da qualche parte nel pomeriggio. In onore del trasporto pubblico Mauriziano, devo dirvi che funziona alla grande. I bus sono scassati il minimo, non si fanno troppo attendere e il biglietto si può fare comodamente a bordo comunicando la destinazione. Port Louis ci accoglie con la sua puzzolente e trafficatissima bus station numero 1 e lascia nella memoria afa, una mistura di macchine-people-motorini, qualche bel balconcino coloniale e la delusione dell’unico museo che volevamo visitare irrimediabilmente chiuso per restauro.

Port Louis
Port Louis
Port Louis
Port Louis
Port Louis
Port Louis
Port Louis
Port Louis – stazione degli autobus

Dopo un tour della città con tanto di scalata alla fortezza-castello (giusto per verificare dall’alto che avevamo visto proprio ma proprio tutto) scoviamo, nel marasma della bus station numero 2 (sì sono 2, a seconda di provenienza/destinazione…verificate sempre in anticipo in caso dobbiate prendere una “coincidenza”), decidiamo di proseguire ancora a sud verso Flic-en-Flac. Impieghiamo più di un’ora ad arrivare per via del traffico in uscita da Port Louis e in più il tempo fa schifo. Facciamo un giretto veloce e ci riposiamo un attimo sulla spiaggia; io in un fortunato tour del supermarket locale mi ricongiungo dopo anni ai miei amati e adorati TIM-TAM al cappuccino, ed è per questo che ricorderò Flic-en-Flac, sia chiaro.

Sostiamo pochissimo, perché la via del ritorno, ormai lo sappiamo, è lunghissima e in più, informazione importantissima, alle 18:00 pare che il servizio bus chiuda i battenti!


L’isola di Mauritius si trova nell’Oceano Indiano e geograficamente fa parte del continente africano. Storicamente è stata colonia olandese, francese e britannica; oggi il paese è una repubblica facente parte del Commonwealth.

Leggi anche:

2 pensieri riguardo “Diario di viaggio: Mauritius, prima parte

  1. Pingback: The Escape Diaries

I commenti sono chiusi.