Purtroppo non ho una foto della nostra “mascella calata” mentre attraversavamo il paesaggio centrale di Fuerteventura. Immaginate uno di quei momenti che io chiamo di eternità, dove tutto improvvisamente è perfetto, con la radio accesa, il pupo che pisola beato, il cielo azzurro e davanti una strada perfettamente asfaltata e deserta, e un paesaggio meraviglioso quanto inaspettato. Quei momenti dei viaggi in cui ti rendi conto che “ehi! siamo in viaggio!” e un secondo dopo pensi che vorresti vivere proprio così, con ogni giorno un posto nuovo e inaspettato da scoprire.

Ma bando ai sentimentalismi, parliamo un po’ di cosa effettivamente abbiamo visto in questa giornata, che prometteva benissimo fin dall’inizio. Ho pensato molto a come cominciare – anche se un po’ ho già iniziato qui e qui – a parlarvi nel dettaglio delle Canarie, ma partire con una spiaggia o il mare sarebbe stato troppo scontato. Invece inizio parlandovi dell’interno di Fuerteventura, perché è quello che mi ha sorpreso maggiormente, proprio perché non sapevo cosa aspettarmi. Forse con questo post toglierò un po’ di sorpresa a chi si troverà a percorrere la stessa strada per la prima volta, ma premesso che le cose viste con i propri occhi sono sempre un’altra cosa, spero invece di invogliare chi sta programmando un viaggio in quest’isola a lasciare le spiagge per avventurarsi nell’interno.

Partiamo dal principio, e cioé dal fatto che le Canarie sono isole di origine vulcanica. Sono, per essere precisi, le punte emergenti di una catena montuosa vulcanica sottomarina. La LP definisce il paesaggio di Fuerteventura simile ai cumuli di spezie che si vedono tipicamente nei mercati asiatici e davvero non saprei trovarne una descrizione migliore. Ad uno sguardo più attento sarà chiaro che quelle che sembrano semplici colline, sono invece coni vulcanici spenti.
Il nostro percorso altro non è che un anello che parte e finisce a Morro Jable, procedendo prima verso nord lungo la FV-605 e FV-30 fino a La Ampuyenta e poi da lì verso sud lungo la FV-20 e la FV-2 per tornare a Morro Jable.

La prima tappa è il Mirador Astrònomico de Sicasumbre. Si parcheggia la macchina nelle piazzole lungo la strada e si sale su una collina fino alla piazzola panoramica. In teoria il Mirador andrebbe visitato di notte per godere di una stellata a quanto pare stupenda. Se potete, visitatelo sia di giorno che di notte, perché anche il panorama che spazia fino alla costa di Cofete e quelle colline che sembrano un morbido tappeto di cuscini, meritano davvero. In cima al Mirador spesso il vento picchia duro, occhio soprattutto ai bimbi, che non se ne volino via (il nostro dormiva, quindi siamo saliti a turno).



Lasciato il Mirador si prosegue verso Pajàra dove val la pena fare una breve sosta per visitare la Iglesia Nuestra Senora de la Regla che vi farà pensare per un attimo di essere arrivati in Messico.


Proseguendo ancora, si incontra un piccolo villaggio, proprio all’inizio della valle verdeggiante lungo il Rio Palmas su cui sorge l’antica capitale Betancuria, che si chiama Vega de Rio Palmas. Noi ci siamo fermati all’ombra della piccola piazza per far fare la merenda al pupo e fargli sgranchire un po’ le gambette. Il villaggio ha tutte le caratteristiche dei villaggi dell’interno di Fuerteventura: un po’ Andalusia, un po’ Marocco, un po’ isola del Mediterraneo.

Da Vega de Rio Palmas a Betancuria il passo e breve. E qui parcheggiate per bene la macchina perché Betancuria si visita a piedi ed è anche un’ottima sosta per fermarsi per pranzo e far scorrazzare i piccolini – o godervi quiete e paesaggio e relax se non avete piccoli al seguito.

Betancuria prende il nome da Jean de Béthencourt che la fondò all’inizio del ‘400, è stata capitale dell’isola fino al 1834 – oggi la capitale è Puerto del Rosario. Cosa fare a Betancuria? Passeggiare, godersi verde clima, fermarsi a mangiare tapas e queso majorero o andare a pranzo in uno dei più rinomati ristoranti dell’isola: Casa Santa Maria, purtroppo chiuso il giorno della nostra visita.
Lasciata Betancuria si prosegue verso Valle de Santa Ines, qui il paesaggio prosegue in modo un po’ più monotono tra piccoli villaggi e campi coltivati. La strada è piacevole e l’unica cosa che si deve fare è godersi il panorama. O fermarsi per una foto ad uno dei caratteristici mulini a vento.

———–
In totale questo percorso è di 230km circa, le strade sono buone e la distanza tra le tappe permette di gestire il viaggio in modo che sia piacevole anche per i piccoli viaggiatori.