In Malesia avanzavamo nella penisola da sud a nord. Il nostro viaggio è iniziato a Singapore, proseguito a Malacca, seguita poi dalla giungla del Taman Negara. Di solito non prenotiamo con troppo anticipo i nostri spostamenti, abbiamo abbastanza chiaro l’itinerario da seguire e le tappe che ci interessano, ma ci piace poi organizzare tutto sul posto per concederci, se ci va, qualche divagazione.
Arrivati a Malacca dovevamo organizzare il nostro spostamento successivo a Jerantut, la città più vicina al molo da cui partono le piroghe a motore che si addentrano nella giungla lungo le acque brune del Sungai Tembeling, il fiume che attraversa il centro della Malesia.

Ma con la frase “No bus to Jerantut, all bus full” abbiamo capito che questo spostamento Malacca/Jerantut sarebbe stato più complicato costoso. E quindi abbiamo optato per un driver che per l’assurda cifra di 80€ ci ha portati, con un viaggio di 4 ore e mezza no-stop, al jetty di Jerantut dove ci si imbarca per Kuala Tahan, che si raggiunge con una navigazione di 3 ore.
La navigazione sulle piroghe è un viaggio pensato apposta per il trasporto dei turisti (Kuala Tahan è infatti raggiungibile da Jerantut anche in bus con la metà del tempo), ma è comunque uno spostamento molto suggestivo che mi sento di consigliare vivamente (è anche un’occasione di favolosi pisolini conciliati dai suoni che provengono dalla vegetazione intorno) e un modo lento e piacevole per avvicinarsi alla giungla.
Al termine della navigazione si raggiunge il “villaggio” di Kuala Tahan che consiste in un insieme di guesthouse e “hotel” tirati su forse in due giorni, nel bel mezzo della foresta pluviale. La corniche del fiume è orlata di ristoranti galleggianti (praticamente delle pedane di legno unite sopra bidoni di plastica) per niente memorabili.
Kuala Tahan è a tutti gli effetti una trappola per turisti.

Un po’ angosciati dall’idea di non riuscire a trovare un posto per dormire (come tutti ci ripetono ad ogni angolo, stiamo viaggiando in alta stagione e durante la settimana di fine del ramadan), avevamo prenotato telefonicamente da Malacca una delle guesthouse che proponeva economici ma puliti chalet con bagno e aria condizionata. Lo spettacolo al nostro arrivo è stato allucinante e l’Agoh Chalet si aggiudica a pieni voti il meritatissimo titolo di: posto più schifoso dove io abbia mai trascorso la notte, e vi assicuro che non siamo persone di grandi pretese.
Una breve descrizione può aiutare a capire la condizione che si presentava ai nostri occhi: reception tipo baracca con banda di idioti e nullafacenti del luogo impegnati a giocare al computer (evidentemente troppo impegnati per dedicare piu’ di un minuto alla pulizia degli chalet); il cortile su cui si affacciavano gli chalet era in verità il playground di un gallinaio di polli e galli starnazzanti; il nostro chalet consisteva in una baracca di blocchi di cemento, decorati come per sembrare di legno, interno in linoleum finto parquet, due brande di ferro sfondate stile cella di Guantanamo, un appendiabiti arrugginito e l’immancabile condizionatore rumoroso come una betoniera. Il bagno merita un discorso a parte: porta di plastica a soffietto rotta, cesso lurido, lavandino micro e scrostato, doccia che puntava a scelta verso i letti (sì, avete capito bene: la doccia bagnava i letti!) o verso il cesso, processione di formiche lungo tutto il muro e macchie di sporco e umidità. Il tutto condito con un odore di umido e unto che confermava il fatto che gli chalet non venissero mai puliti. Giurerei anche che le lenzuola non fossero pulite.

Di fronte a questo scenario siamo rimasti abbastanza sconvolti. Arrivando a Kuala Tahan avevamo percepito un pienone di turisti e temevamo che lasciando questa orrenda sistemazione ci potessimo ritrovare poi senza nemmeno un posto per dormire, che nel pieno della giungla pluviale non è esattamente una buona idea. Abbiamo quindi deciso di tirare fuori il sacco lenzuolo e accettare la sistemazione che ci era capitata. D’altra parte, sono inconvenienti che in viaggio possono capitare…
Ma veniamo al parco del Taman Negara. Dalla riva opposta al villaggio di Kuala Tahan partono vari sentieri di trekking nella giungla e ci sono varie alternative per esplorarli. Se siete appassionati di trekking, la cosa migliore sarebbe prenotare una guida del posto e prevedere anche dei pernottamenti nella giungla in tenda o nei rifugi, questo permette sicuramente di apprezzare al meglio la foresta e vedere più animali. Il mio consiglio è sicuramente quello di EVITARE di prenotare pacchetti con le agenzie del luogo, le stesse che spesso gestiscono i fetidi ristoranti galleggianti e gli spostamenti (a prezzi molto più alti) da e per Kuala Tahan. Consiglio invece di prenotare un’escursione con delle guide serie e competenti.
Abbiamo incontrato vari viaggiatori che avevano prenotato con le agenzie da Kuala Lumpur (una di queste è la Han Travel) e si lamentavano tutti: prezzi alti, i trekking proposti erano quelli più semplici che si potevano fare anche da soli, le sistemazioni erano simili alla nostra ma pure più care (se non altro noi abbiamo speso pochissimo e vorrei anche vedere) e i pasti erano tutti nello stesso ristorante galleggiante che, guardacaso, era anche il più schifoso. Noi abbiamo scelto la strada dell’autonomia, ci siamo procurati una cartina all’ingresso del parco e abbiamo seguito i sentieri semplici e ben segnati.

La giungla è stupenda e ti ripaga della fatica per raggiungerla. Appena ci si addentra nei sentieri si iniziano a sentire tantissimi rumori. Animali se ne vedono pochi, ma la cosa affascinante (e anche un po’ inquietante) è proprio che invece se ne sentono moltissimi. Della famosa tigre malese rimangono solo 50 esemplari nel Taman Negara ma non si mostrano facilmente. Noi abbiamo visto uccelli, farfalle enormi, un ragnone su un tronco d’albero, un varano di circa mezzo metro e una coppia di maiali selvatici. Naturalmente la giungla è ricchissima di bestie, ma immagino che si tengano ben lontano dai sentieri più battuti.
Passeggiare nel Taman Negara è faticosissimo: fa molto caldo e c’è moltissima umidità, è come camminare dentro un bagno turco.
C’è anche un percorso su dei ponti sospesi agli alberi, il Canopy Walkway più carino per l’esperienza in sé che per la possibilità di vedere animali (infatti non se ne vedono proprio).
Se siete preoccupati per le sanguisughe, vi dico che noi non ne abbiamo visto nemmeno mezza. Sicuramente siamo stati fortunati perché durante la nostra permanenza non ha piovuto tantissimo.Il giorno prima della partenza abbiamo iniziato a cercare informazioni sugli orari dei bus in partenza per Jerantut. Nessuno sapeva – o voleva – darci informazioni. Tutti ci rimandavano, guarda un po’, alla solita agenzia di cialtroni: la Han Travel, per la precisione. Preoccupati all’idea di non trovare davvero un bus il giorno dopo ci siamo convinti ad acquistare un biglietto per il bus dell’agenzia (sempre la Han Travel).

La mattina dopo, andando semplicemente alla fermata dei local bus, abbiamo invece trovato il nostro bus che effettuava corse regolari ad un terzo del prezzo di quello dell’agenzia! Senza pensarci due volte, siamo saltati sul local bus e abbiamo cestinato i biglietti del bus turistico della Han Travel che, stando ad alcuni dei racconti, non era nemmeno in grado di affrontare le salite più ripide.
Per lasciare la giungla e dirigerci a nord abbiamo scelto di prendere il Jungle Train che rimane senza dubbio il nostro spostamento meglio riuscito in Malesia. Questa tratta ferroviaria percorre la penisola da Singapore a sud a Tumpat a nord est, luogo di confine con la Thailandia. Lungo il percorso il treno effettua diverse fermate, una di queste è Jerantut, ed è qui che siamo saliti noi dopo aver lasciato il Taman Negara. Avevamo già il nostro biglietto del treno, comprato quando eravamo a Malacca qualche giorno prima: i biglietti per il treno sono economici e acquistabili facilmente sul sito internet delle ferrovie malesi (i biglietti hanno posti numerati, meglio prenotare qualche giorno in anticipo per aggiudicarsi i posti con finestrino, soprattutto ad agosto).
Noi siamo scesi alla penultima fermata (Wakaf Bahru, a 7km da Kota Bahru) perché il giorno dopo, da Kota Bahru, avremo raggiunto Kuala Besut sulla costa per imbarcarci per le isole Perhentian. Il treno che abbiamo preso noi parte da Jerantut alle 2 e mezza del pomeriggio circa e arriva a Kota Bahru alle 10 e mezza circa di sera.
Ci aspettavamo una carrozza un po’ più confortevole di quella che abbiamo trovato e soprattutto eravamo preparati ad un’aria condizionata esagerata. Le poltroncine erano invece abbastanza strette e l’aria condizionata era praticamente inesistente, al punto che per la prima ora sudavamo tutti in maniera disperata, poi le cose sono leggermente migliorate.

Il treno attraversa alcuni tratti davvero molto belli dove si percepisce chiaramente lo sforzo umano per strappare alla giungla almeno lo spazio per le rotaie. Si attraversano villaggi che sembrano piccole isole in mezzo al verde della vegetazione e viene da chiedersi davvero cosa ci faccia quella gente in mezzo a quel mare di piante e liane. Nei punti più belli ci sono alti faraglioni di roccia ricoperti, indovinate un po’? Di giungla, yes.
Purtroppo ci sono anche alcune aree dove è evidente che la giungla sia stata distrutta per lasciare posto alla coltivazione intensiva di palma da olio.
Il jungle train è stato davvero una bella esperienza e il treno si riconferma il mio mezzo di locomozione preferito. –>AGGIORNAMENTO: a quanto pare la linea ferroviaria del jungle train è chiusa per manutenzione. Informatevi bene prima della partenza.
Arrivati alla nostra destinazione abbiamo condiviso il taxi con una coppia di olandesi che facevano la stessa nostra strada da Kuala Tahan. La mattina dopo alle 9 eravamo alla stazione dei bus (in Malesia si dice “bas” così come la police si chiama “polis”, il restaurant si chiama “restoran” e la pharmacy si chiama “farmasi” etc…) pronti per raggiungere in un’oretta circa Kuala Besut e imbarcarci da qui per l’isola di Perhentian Besar.
Conclusioni e consigli per la visita del Taman Negara:
- il bello del parco: le passeggiate nel parco e la navigazione sulle acque placide del fiume, il rumore della giungla e il suo verde infinito. NB: prima di entrare nel parco occorre pagare la tassa d’ingresso;
- il brutto del parco: se tutti sembrano voler lucrare dal giustificato interesse turistico del luogo, nessuno degli operatori – dalle agenzie, agli albergatori, ai ristoratori – sembra volersi impegnare per rendere il soggiorno confortevole o, almeno, piacevole;
- Come arrivare:
- da Kuala Lumpur ci sono sicuramente molte opzioni per raggiungere Jerantut. Se non ve la sentite di utilizzare i mezzi locali potete optare per un pacchetto completo spostamento/pasti/pernottamento con una delle agenzie che lo propongono, ma sappiate che il livello di servizio non è alto e sicuramente pagherete molto più che organizzandovi in autonomia;
- da Malacca ci sono dei bus locali ma sono pochi, l’alternativa è raggiungere Gemas in bus e da lì prendere un treno per Jerantut, ma è uno spostamento che vi fa perdere molto tempo;
- da Singapore o venendo da nord: se arrivate da una delle città lungo la ferrovia del Jungle Train (ho letto di recente che questa linea ferroviaria è chiusa per manutenzione fino a data da definirsi) non avrete alcun problema a raggiungere Jerantut, e questa è sicuramente l’opzione migliore sia per andar via che per raggiungere il Taman Negara; portatevi qualche snack e acqua perché sul treno non c’è servizio di ristorazione. Una volta a Jerantut dovete raggiungere Kuala Tahan, potete prendere uno dei frequenti local bus oppure fare la navigazione in piroga, opzione che consiglio, o all’andata o al ritorno.
- Dove dormire: sappiate che tutte le sistemazioni di Kuala Tahan sono molto essenziali, il che per me andrebbe bene, ma gradirei il minimo sindacale di pulizia, per questo vi sconsiglio l’Agoh Chalet. Se volete andare sul sicuro e avete un budget più elevato potete optare per il Mutiara Resort sulla riva opposta dove si trova anche l’ingresso al parco (prenotate in anticipo in alta stagione).
- Dove mangiare: se volete un pasto decente l’opzione migliore è il ristorante del Mutiara che ha comunque prezzi accessibili. Tutti i ristoranti galleggianti di Kuala Tahan sono molto basic: se vi accontentate di un piatto di spaghetti mollicci o una ciotola di riso vanno bene. Ne abbiamo provati due, evitate se potete il Mama’s Chop perché al cibo schifoso si aggiunge la scortesia del personale e in più è affollatissimo perché tutti i gruppi delle agenzie hanno i pasti già pagati qui.
- Sanguisughe? Si parla più o meno ovunque delle famigerate sanguisughe del Taman Negara…Noi non ne abbiamo visto nemmeno mezza e ci sono rimasta quasi male visto che avevo optato per un look “elegantissimo” (vedi foto) apposta per loro!
Altro sulla Malesia:
- Un posto: Pulau Besar, Perhentian Islands, Malaysia
- On Tour: Kuala Lumpur, Malaysia
- Gli imperdibili: Islamic Art Museum, Kuala Lumpur, Malesia
- Un assaggio: il Cendol, Malacca, Malaysia
Il Taman Negara, letteralmente “parco nazionale”, occupa un’area molto vasta della penisola malese che si estende su tre stati: Pahang, Terengganu e Kelantan ed è una delle destinazioni turistiche più famose della Malesia. Il parco è abitato da numerose specie animali e vegetali tra cui la famosissima tigre malese.
Se stai organizzando un viaggio in Malesia ti potrebbe interessare anche la mini-guida dedicata a questo viaggio!