In ogni viaggio vado in fissa con un posto ancora prima di partire. Vedo una foto e inizio a pensare a quando sarò lì. Per le Isole Canarie sono andata in fissa con il panorama del Mirador del Rio a Lanzarote, da cui si ha una vista meravigliosa sull’isola La Graciosa. E’ una vista spettacolare, sembra quasi di essere sopra un aereo e non con i piedi per terra: scogliere a picco, mare e poi lei, La Graciosa, piatta piatta a parte per gli immancabili tre o quattro coni vulcanici.
Per raggiungere il Mirador si attraversano alcuni dei paesaggi e delle strade più belle dell’isola.Ecco il nostro tour nel nord dell’isola, fino al Mirador del Rio e ritorno.

Dopo la visita alla Fundaciòn César Manrique, ci fermiamo a mangiare nella vicina Teguise per pranzo e poi proseguiamo verso nord, destinazione Jameos del Agua, altra opera di César Manrique. Il pupo si addormenta beato in macchina lungo il tragitto, quindi scendo a perlustrare solo io (P. sostiene di essere rimasto a vegliare sul pupo, secondo me ha tirato giù il sedile e si è fatto la pennica anche lui).

Sinceramente mi aspettavo che la visita sarebbe stata abbastanza breve, in realtà per visitare tutto ci vuole un po’ di tempo, cosa che ha leggermente compromesso i piani successivi.
Ammetto che il posto mi ha emozionato meno della Fondazione, se non fosse per i favolosi gamberetti albini.
Jameos del Agua è principalmente un ristorante dall’allestimento unico situato all’interno di grotte vulcaniche, il che di per sé è decisamente affascinante. Entrando si segue un percorso che scende in profondità nella roccia, tra tavolini e gradini di pietra vulcanica. Si arriva ai piedi di un piccolo lago sotterraneo, la dimora di una specie unica di piccoli granchi ciechi et albini (non molto fortunati a quanto pare) che si è selezionata nei secoli per vivere nell’oscurità di questo lago. Non sono riuscita a fare una foto più degna di questa causa assenza di luce.

Risaliti dalla grotta sotterranea si esce alla luce del sole, in uno splendido giardino botanico che circonda una piscina dal fondo bianco che ricalca la forma dell’isola. Come nel caso della Fondazione, il tocco di Manrique è evidente nel gioco dei colori: nero, verde, azzurro, bianco. Il posto ha un che di onirico, lo apprezzo forse più oggi nel riguardare le foto che allora.
Altra sorpresa del posto è un anfiteatro ricavato sempre all’interno di una grotta naturale.

Al piano superiore, accessibile dal giardino, c’è anche un centro di vulcanologia che spiega un po’ tutto dei vulcani…l’ho trovato vagamente in abbandono e non allestito in modo molto interessante, si può fare un giro veloce (e volendo anche non farlo a meno che non siate appassionati di plastici sui vulcani).
Uscita dallo Jameos del Agua trovo il pupo ancora addormentato e noi riprendiamo la strada circondati da un paesaggio meraviglioso, così:
Saltiamo per questioni di tempo la visita alla Cueva de los Verdes (peccato!) altra opera di Manrique e andiamo diretti verso il posto di cui vi ho parlato all’inizio dell’articolo: il Mirador del Rio. Il Mirador si trova nel punto più a nord dell’isola ed è anch’esso un’opera di Manrique: un’antica postazione di artiglieria ristrutturata, all’interno c’è l’immancabile ristorante. Quando siamo arrivati in cima tirava un forte vento e abbiamo deciso di non far scendere Orlando (che peraltro continuava a dormire beatamente) dalla macchina. Non siamo quindi entrati al Mirador, d’altra parte bisogna sottolineareche il panorama è ben visibile e apprezzabile anche dalla strada.
Ed eccolo qui, dunque, quel paesaggio che sognavo già da prima di partire:

Ne valeva la pena, giusto?
Ma poi, quanto è bella La Graciosa?!? Un nome proprio azzeccato! E quanto mi sarebbe piaciuto visitarla! La prossima volta, magari.

Ce ne stiamo lì per un po’, lungo il ciglio della strada ad ammirare il panorama e a continuare a ripeterci quanto fosse bella Lanzarote, così ricca di sorprese.
Poi ripartiamo e iniziamo il rientro verso casa, attraversando un paesaggio che se non fosse per i vulcani e le casette imbiancate a calce potrebbe anche essere l’Irlanda.



Un’ultima sosta prima di rientrare alla base al Monumento al Campesino, dove Orlando ha potuto fare un po’ di free climbing. :)


Il Monumento al Campesino è un omaggio di Manrique alla cultura contadina, una scultura astratta composta da serbatoi idrici da barca, un simbolo dunque, posto non a caso al centro dall’isola in un crocevia da cui è possibile accedere a tutte le parti di Lanzarote.
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Lanzarote ha una natura e panorami meravigliosi e grazie all’intervento dell’artista César Manrique c’è da tenersi impegnati per un bel po’ di giorni.
Le tappe del nostro tour nel nord di Lanzarote: A) Fundaciòn César Manrique; B) Teguise; C) Jameos del Agua; D) Cueva de los Vierdes; E) Mirador del Rio; F) Monumento al Campesino.
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