Un’avventura: di notte sul dromedario, Marocco

Ho una simpatia spontanea e immensa per i dromedari: li trovo animali gentili, con un muso buffo e un’espressione sorniona, capaci anche di follie improvvise (avete mai visto un dromedario fuggire al galoppo impennando e sgroppando? Io sì). Il mio primo incontro ravvicinato con uno di loro (e ricordo che il dromedario è quello con una gobba sola) è avvenuto in Marocco, mentre viaggiavamo lungo le oasi della Draa Valley. Il nostro tour, organizzato con l’ottima Sahara Desert Dream, prevedeva che da Zagora raggiungessimo il nostro bivacco per la notte nelle Nakhla Dunes a bordo, appunto, di un dromedario. Mi aspettavo la “solita cammellata” turistica in comitiva, ma mi sbagliavo. Eravamo solo io, la mia amica Camilla e un vecchietto berbero sdentato che camminava davanti a noi trainando i nostri bravi dromedari verso il deserto, cioè verso il nulla. Inizialmente eravamo divertite e euforiche, ammiravamo il deserto sempre più vicino e le luci del tramonto sulla sabbia dorata. Poi il sole è sparito dietro l’orizzonte e quello che succede nel deserto dopo che il sole tramonta è che si rimane completamente e assolutamente al buio. Lì ho iniziato a preoccuparmi: cosa ci facevamo noi da sole con questo signore, all’apparenza ultra centenario, nel deserto su due dromedari?

In lontananza non si vedeva la luce di nessun campo tendato ad attenderci. Non direi di aver avuto paura, ma confesso di aver iniziato a provare una certa inquietudine.

Il percorso sembrava non finire mai e ad un certo punto è successa questa cosa: il nostro vecchino ha fatto accucciare i dromedari, ci ha fate scendere e si è sdraiato a terra accanto alle sue bestie a fissare le stelle: “Une petite pause” (una breve pausa), ha detto. E noi lì, nel buio più totale, con davanti a noi un destino incerto. La marcia è ripresa e dopo qualche altro chilometro al buio sotto le stelle abbiamo iniziato a vedere le luci del nostro campo in lontananza. Siamo arrivate per ultime, gli altri erano già accomodati nella tenda per la cena, ma è stato bello ritrovare le nostre guide ad aspettarci. Inutile dire che il nostro vecchio amico berbero è stato accolto dai suoi con onori degni di un re ed è stato chiaro quanto le nostre preoccupazioni sulla sue capacità di orientamento fossero infondate.
Questa è stata la mia prima e ultima volta su un dromedario, da allora mi limito ad ammirarli e fotografarli. ;)

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Il Draa è il fiume più lungo e importante del Marocco, scende dalle Montagne dell’Atlante prima verso sud-est e poi verso ovest e l’Oceano Atlantico.