Quella sera in cui io l’ho buttata lì e ho detto “Quest’estate andiamo in Canada?” e P., invece di rispondere con il solito grugnito e cambiare discorso, mi ha detto “Bello, però andiamo in Nova Scotia”.
Sono rimasta stupita. Stupita e in silenzio, perché quello era a tutti gli effetti un assenso a mettere in moto la mia travel agency personale. Poco importava che lui lo avesse detto senza valutare che effettivamente io lo avrei portato in Nova Scotia, di lì a pochi mesi. Poco importava anche che in quel momento per me la Nova Scotia fosse un luogo qualsiasi da qualche parte vicino al Labrador. Il giorno dopo, chevelodicoafare, ero già all’opera nella ricerca di informazioni e mi sono imbattuta in una frase che mi ha subito colpito: “Nova Scotia is the best kept travel secret“. E in effetti è proprio così.

E’ un luogo di cui si sente parlare poco, una penisola sospesa tra Canada e USA e protesa verso l’Europa. In realtà per i nordamericani è una meta turistica abbastanza conosciuta in quanto fa parte della regione dei Maritimes, che come suggerisce il nome, è una famosa destinazione per le vacanze estive. Non abbiamo incontrato turisti europei durante il nostro viaggio da queste parti, probabilmente perché ci sono territori vicini più noti e che attirano maggiore turismo – come ad esempio tutto il New England in USA. E anche chi dall’Europa si reca in Canada lo fa generalmente per visitare altre regioni. Ed ecco perché questo rimane un angolo di mondo segreto, dove assaporare il meglio di quello che ci si può aspettare da un paesaggio marino canadese: villaggi di pescatori dai tetti spioventi, cottage dai colori pastello che guardano fari avvolti nella foschia, laghi a specchio, clima estivo perfetto…e se siete fan del genere, aragoste e cappesante a prezzi accessibili.
Ma entriamo meglio nel dettaglio del nostro viaggio.
Visto che P., anche se forse non consapevolmente, mi aveva dato il suo ok al viaggio in Canada, toccava mantenere la mia parte di promessa e cioè portarlo fino in Nuova Scozia.
Primo problema: come ci arriviamo fino a lì? L’opzione più breve e più semplice sarebbe volare su Halifax con un volo interno. Il prezzo che abbiamo trovato noi era di circa 800€, da aggiungere al costo del volo intercontinentale fino a Montreal. Per noi assolutamente fuori budget. Quindi toccava arrivarci in macchina e studiare il migliore itinerario che non ci facesse allungare troppo la strada, ma che allo stesso tempo avesse qualcosa da vedere anche lungo il percorso. Dopo varie opzioni, l’itinerario complessivo per il nostro viaggio di 15 giorni è stato questo, passando per il Maine (USA).
Il nostro tour in Nova Scotia inizia a Digby, dopo esserci imbarcati a St. John (New Brunswick).

Da un punto di vista turistico la NS è divisa in 6 regioni, come vedete nell’immagine qui sopra. Quelle con le frecce sono le parti che abbiamo visitato noi. In senso antiorario, le regioni turistiche sono:
- Fundy Bay & Annapolis Valley a nord-ovest, in violetto sulla mappa
- Yarmouth & Acadian Shores a ovest, in rosa chiaro sulla mappa
- South Shore a sud-ovest, in rosso sulla mappa
- Halifax metro, l’area della capitale dello stato
- Eastern Shore a sud-est, in celeste sulla mappa
- Cape Breton Island a est, in verde sulla mappa
- Northumberland Shore a nord, in rosa scuro sulla mappa
Questo il nostro itinerario di 5 giorni e un po’ di informazioni su cosa vedere e fare giorno per giorno.
Giorno 1: da Digby a Shelburne
Sbarchiamo a Digby, lasciandoci la nebbia del New Brunswick alle spalle.


La Nuova Scozia ci appare subito come un mondo nuovo, dove il blu del mare e il verde riprendono il loro spazio. Ci impressioniamo ancora una volta nel vedere l’effetto sui moli della marea, anche Digby si affaccia infatti sulla Fundy Bay, famosa per il più imponente fenomeno di maree al mondo.
Non ci fermiamo a Digby, proseguiamo subito verso sud, seguendo la costa sulla Route 1. Per questioni di tempo non visitiamo la sottile penisola che costeggia la St. Mary’s Bay e la cui strada arriva fino alla punta di Freeport, di fronte alla piccola Briar Island (se vi interessa, qui c’è un altro faro).

Iniziano a susseguirsi cottage colorati dai tetti spioventi che guardano verso il mare, piccoli paeselli con chiese bianche dai campanili puntuti. Poca gente passeggia per le strade, tutto sembra fermo in un tranquillo clima vacanziero.

Seguiamo le indicazioni per il primo di tanti fari: Gilbert’s Cove. Proseguiamo ed eccone un altro: Belliveau’s Cove.

Ci fermiamo a pranzo a Saulnierville in un ristorante in un piccolo cottage di fronte al mare, La Cusine Robicheau. Assaggiamo le cappesante in un clima tutto franco-canadese. Siamo entrati nell’Acadian Shores, la parte della Nuova Scozia dove è ancora sentito il legame con le origini francesi. Gli Acadians sono infatti i discendenti dei primi coloni francesi sbarcati qui tra il XVII e XVIII secolo. In seguito alla conquista britannica del Canada e del Nord America ci fu una sorta di vera e propria pulizia etnica e molti di quelli che non tirarono le cuoia, emigrarono. Alcuni fecero in seguito ritorno. Il francese parlato da queste parti suonerà particolarmente strano (anche quello québecois in realtà suona strano) e infatti si tratta di una lingua diventata qualcosa di a sé stante chiamata Acadian French. Ovunque sventola la bandiera dell’ Acadia, con i colori francesi e una stella.
Dopo pranzo riprendiamo la nostra Route 1 e poco prima di Yarmouth facciamo una deviazione per visitare il faro di Cape Forchu che troviamo avvolto in una leggera nebbia, sembrando così ancora più solenne e affascinante. Lungo la strada per arrivare al faro si attraversa un interessante e fotogenico scenario di rimesse per pescatori e pescherecci carichi di boe rotonde arancioni, nonché un considerevole numero di gabbie per la pesca delle aragoste accatastate sul bordo della strada.

Da qui in poi tiriamo dritti abbastanza veloci perché il tempo stringe e dobbiamo ancora raggiungere Shelburne, entriamo quindi nel South Shore.

Shelburne è forse la mia località preferita tra quelle che abbiamo visitato in tutta la NS. Un tranquillo villaggio di pescatori, con un bellissimo lungomare da percorrere all’ora del tramonto e tante fotogeniche casette colorate. E’ qui che tiriamo fuori il termine “prettyness”, tanto tutto sembra perfetto, curato e…fotogenico. Di sicuro meriterà un post a parte.
Giorno 2: da Shelburne a Lunenburg
Prima di procedere nel nostro itinerario verso Lunenburg facciamo qualche chilometro indietro per visitare Cape Sable Island e le sue bellissime spiagge di sabbia bianca. Purtroppo non siamo fortunati con il tempo perché c’è molto vento ed è nuvoloso (una delle poche giornate brutte del nostro viaggio), ma decidiamo comunque di visitarla. Con una bella giornata di sole sarebbe stato bello fermarsi più a lungo e fare la passeggiata sulla spiaggia fino al faro, in restauro all’epoca della nostra visita.

E’ uno scenario bellissimo, nonostante il vento e il brutto tempo.

Ripartiamo verso Lockeport, un’altra bellissima sosta. Orlando si diverte con le boe sul piccolo molo di pescatori, facciamo poi una sosta su una spiaggetta riparata dalla sabbia finissima e bianca e ammiriamo, invece solo dalla strada, la bella Crescent Beach, purtroppo battuta da un forte vento.

Avendo più giorni a disposizione Lockeport è senza dubbio una località da scegliere per fermarsi più a lungo. Sono sicura che nelle belle giornate la spiaggia di Crescent Beach sia un posto piacevolissimo. Una delle possibili sistemazioni che avevo valutato sono gli Ocean Mist Cottages proprio di fronte al mare.
Procediamo verso Lunenburg, forse la località più famosa della NS in quanto riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Giorno 3: da Lunenburg a Baddeck
Lasciamo Lunenburg al mattino, ci aspetta una lunga giornata di trasferimento e la visita al faro più famoso della NS: Peggy’s Cove.
Il tratto di strada da Lunenburg a Peggy’s Cove regala scenari stupendi, come Mahone Bay. Questa parte della NS è anche quella più vicina alla capitale Halifax, beneficia quindi anche di un intenso turismo locale. E così Peggy’s Cove, che troviamo letteralmente invasa dai turisti e dagli enormi autobus turistici.

Bello è bello, niente da dire, ci sorprende solo il contrasto rispetto alle località che abbiamo visitato nei giorni precedenti. Pranziamo al sacco in uno dei tavoli da pic-nic intorno al faro e poi partiamo. Ci aspetta un lungo pomeriggio di trasferimento: lasciamo il South Shore e ci spostiamo a nord est a Baddeck sulla Cape Breton’s Island.
Giorno 4: Cabot Trail
La prettyness, come vi dicevo, che contraddistingue i piccoli villaggi del South Shore scompare a Cape Breton e anche lo scenario cambia, rendendo questi territori davvero più simili a quelli delle highlands scozzesi oltreoceano. Qui spopola la cultura di origine gaelica e scozzese, e va da sé che queste genti fossero (o siano?!?) vagamente più ruvide. Anche lo scenario naturale sembra accompagnare la cultura locale. Baddeck ha un che di affascinante per la sua collocazione sulle rive del Bras d’Or Lake, un immenso lago salato che è in realtà originato da un enorme fiordo sull’Oceano Atlantico.

Uno dei motivi per cui spingersi fino a qui è il Cabot Trail, un anello che fa il perimetro della punta più a nord della Cape Breton Island, attraversando il Cape Breton Island National Park. E’ un percorso molto bello che per noi è iniziato e finito a Baddeck, un’ottima base per percorrere questo tragitto, un anello in pratica.

Aspettatevi scogliere, boschi e una strada serpeggiante vista mare, il periodo migliore per percorrere questo percorso sarebbe l’autunno, momento in cui i colori del foliage danno il meglio. Durante il percorso val la pena fare una breve deviazione per il piccolo villaggio di Neils Harbour, con un bel faro e bei panorami.

Giorno 5: da Baddeck a Moncton
E con questo percorso lasciamo la Nuova Scozia e rientriamo in New Brunswick, inizia il nostro itinerario di rientro verso Montreal.

Non prima però di una sosta dalle parti di Tatamagouche per riempirci la pancia di Maple Syrup alla bellissima Sugar Moon Farm!
E alla fine gliel’ho chiesto, mentre eravamo in macchina durante il nostro viaggio: “Ma perché proprio la Nuova Scozia? Non me lo hai mica detto.” La risposta è stata un nome e un cognome: Ezra Caldwell, un fotografo (e non solo) che era solito trascorrere le vacanze estive proprio qui. Se avete tempo, visitate il suo sito e leggete la sua storia.
Altri articoli sulla Nuova Scozia e sul viaggio in Canada&Maine: qui.
6 pensieri riguardo “Itinerario: Nuova Scozia, Canada”