On tour: Mysore, India del Sud

Mysore è la seconda città più importante dello stato indiano del Karnataka dopo Bangalore; è una tappa irrinunciabile in un viaggio in India del Sud. Noi la ricordiamo soprattutto per il nostro alloggio al Dasprakash Hotel, un albergo molto old fashion e, come dire, spartano, con la particolarità delle camere affacciate su un parcheggio interno. A distanza di tempo il nostro ricordo del Dasprakash è migliorato: certo, il bagno aveva una doccia sgocciolante, acqua fredda, un rubinetto arrugginito. Il wc orlato di muffetta perdeva acqua e non aveva mai posseduto – credo – una tavoletta. E potrei andare avanti…Eppure entrare al Dasprakash è un po’ come fare un viaggio in un’India di un altro tempo, dove mobilia, personale e reception sono rimasti immutati. A sua difesa devo poi dire che gli arredi essenziali ma autentici delle camere hanno il loro charme e la posizione dell’hotel è invidiabile…E poi, ancora, quando mai vi capiterà di avere come vicino di stanza un indovino?!? Se siete viaggiatori low budget ma in cerca di posti, ecco, veri, il Dasprakash fa per voi!

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L’indimenticabile soffitto del Dasprakash Hotel
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Dasprakash Hotel: il nostro vicino di stanza? Un indovino, since 1972.

Abbiamo trascorso a Mysore solo due notti e abbiamo deciso di andarcene a zonzo per le strade e visitare tre dei principali siti per cui la città è famosa, lasciando da parte i templi: dopo Hampi, Belur e Halebidu avevamo voglia di stare un po’ lontani da Vishnu e i suoi amici.

Il principale motivo per il quale la città è conosciuta è il Mysore Palace, al cui interno purtroppo non è possibile scattare fotografie.

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Facciata del Mysore Palace illuminato alla sera come un disco volante.

Il palazzo era la residenza dei Maharaja di Mysore e ha degli interni decisamente sontuosi, i cui ricordi nella mia memoria sono confusi, tanta era l’opulenza e il tripudio di ori e statue e stucchi. La visita si svolge a piedi nudi seguendo un percorso quasi in fila, appunto, indiana. Il palazzo viene illuminato la sera dalle 7pm alle 7.45pm ogni domenica e durante i giorni di vacanza ufficiali: l’accesso al piazzale per assistere all’illuminazione è gratuito.

Un altro motivo per cui Mysore è famosa è il Devaraja Market dove si vende un po’ di tutto. Essendo diventato un luogo molto turistico spesso si viene letteralmente inseguiti da venditori ambulanti di cianfrusaglie turistiche: a noi un tizio ha cercato di vendere un piffero di legno per tutta la durata della visita!! Quello che mi ha sorpreso di tutti i mercati indiani, ma anche delle semplici bancarelle lungo la strada, è la straordinaria attenzione con cui vengono allineate e ordinate le mercanzie in vendita, una cosa che cozza un po’ con la confusione che regna intorno e che proprio per questo salta subito all’occhio. Inoltre ogni banchetto è specializzato in una merce particolare, talvolta anche solo uno o due ortaggi, una cosa che è possibile notare in tutti i mercati dell’India.

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Zucche e cetrioloni?
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mercanzia disposta ordinatamente al Devaraja Market
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Polvere di colore al Devaraja Market
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All’interno del Devaraja Market

La nostra ultima visita a Mysore è stata la Sri Jayachamarajendra Art Gallery, nome che, tranquilli, non riuscirete MAI a pronunciare. Anche qui, no photo allowed, ma posso dirvi che per quanto mi riguarda è stata una delle visite più interessanti del viaggio in India del Sud. Il Jagamohan Palace fu convertito in museo nel 1875 e la collezione esposta oggi è a metà strada fra il curiosare nella soffitta polverosa di una eccentrica zia collezionista e il museo vero e proprio con alcuni dipinti molto interessanti, molti anche di artisti internazionali. Personalmente considero la visita imperdibile.

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Facciata del Jagamohan Palace sede del Sri Jayachamarajendra Art Gallery

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Mysore è la seconda città più importante dello stato del Karnataka ed è rinomata per la cordialità dei suoi abitanti.

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