Una delle destinazioni di questo sito che riceve più visite è l’Oman. Per questo motivo ho pensato che fosse utile raccontare meglio il nostro itinerario in questo paese ancora poco usuale come meta di viaggio. Questo di seguito è l’itinerario del nostro viaggio in Oman, tutto compiuto con una macchina (4×4) a noleggio.
Ecco le tappe principali del nostro viaggio, di seguito poi un dettaglio su cosa vedere e fare tappa per tappa.
1) Muscat (Mascate) (1 notte)
2) Muscat –> Bimmah Sinkhole, Wadi Shab, Sur, Ayjah (1 notte a Ayjah)
3) Ayjah –> Wadi Bani Khalid, Wahiba Sands (1 notte nel deserto)
4) Wahiba Sans –> Ibra, Nizwa (1 notte a Nizwa)
5) Nizwa, Jebel Akdhar, Saiq Plateau, Misfat, Al Hamra, Nizwa (1 notte a Nizwa)
6) Nizwa –> Jebel Shams e Grand Canyon d’Arabia, Al Sawadi (1 notte a Al Sawadi)
7) Al Sawadi e Isole Daymaniyat –> Muscat (1 notte)
8) Muscat, ultimo giorno e partenza.
Di seguito, cosa vedere e fare tappa per tappa.
1) Muscat
Muscat (Mascate) è la capitale dell’Oman. E’ una città oggi molto estesa ma potete facilmente circoscrivere la vostra visita alla zona di Mutrah, la sua zona più caratteristica, e da qui con una bella passeggiata sulla corniche si può raggiungere Old Muscat, passeggiare per le sue strade silenziose e sonnolente e circumnavigare, per così dire, l’imponente palazzo del Sultano (sì, l’Oman è un sultanato). Non dimenticate di svegliarvi presto la mattina e visitare il mercato del pesce. Mutrah sembra un paesino tranquillo e silenzioso, tutte le case sono di colore bianco, le cupole della moschea sono azzurre. Per legge del Sultano tutte le case dell’Oman devono riportare elementi architettonici tradizionali. E gli omaniti eseguono, e il risultato è ordinato e armonioso: niente grattacieli di Dubai (leggi anche Un dettaglio: la corniche di Mutrah).

2) Bimmah Sinkhole, Wadi Shab, Sur
Lasciata Muscat si punta verso sud lungo la Coastal Highway e la prima sosta è la Dolina di Bimmah (Bimmah Sinkhole), un cratere calcareo con un piscinone naturale dove è possibile fare il bagno. E’ una sosta abbastanza rapida, e successivamente si prosegue verso il Wadi Shab la cui visita richiede più tempo. Si tratta di risalire a piedi una valle lungo il letto di un torrente attraversando palmizietti e giardini terrazzati. Si risale fino a dove le rocce lo consentono e anche qui potete scegliere tra varie piscine d’acqua azzurra tra le rocce dove fare un bagno rinfrescante.

Proseguiamo poi a sud verso Ras al Jinz: la nostra meta era il Visitor Centre della Turtle Beach, una spiaggia dove la tartaruga verde marina viene ogni notte a deporre le uova. Purtroppo siamo stati sfortunati perché al nostro arrivo – in tarda serata – scopriamo che il sito era chiuso per sciopero del personale, ed essendo ormai tardi, abbiamo pernottato al vicino villaggio di Ayjah, accanto a Sur. Non perdetevi una passeggiata lungo la spiaggia, dove la bassa marea forma una bellissima laguna con di fronte il villaggio bianco di Ayjah, molto fotogenico.

3) Wadi Bani Khalid e Wahiba Sands
Da Sur ci siamo inoltrati verso l’interno e verso il deserto. Lungo la strada per le Wahiba Sands ci siamo fermati a Wadi Bani Khalid. Val la pena fare la deviazione non per la destinazione in sé quanto per la bella strada panormica in mezzo ai palmeti che ci arriva. Qui c’è poco da camminare perché si può arrivare in macchina fino al parcheggio proprio alle spalle delle pozze d’acqua. Anche qui al vostro arrivo potrete fare un bel bagno rinfrescante!! (Attenzione: nel periodo delle piogge la strada che conduce a WBK potrebbe essere completamente allagata).

Le Wahiba Sands sono strepitose, ne ho già parlato qui nel dettaglio con un post dedicato. Consiglio l’alloggio al Al Areesh Camp.

4) Nizwa, Monti Ajar e altopiano del Jebel
Risalendo verso nord, la nostra tappa successiva era Nizwa, la base ideale per visitare la zona del Jebel e delle montagne. Lungo la strada tappa a Ibra dove ci sono alcune rovine di vecchi villaggi che, secondo il mio parere personale, sono state più interessanti della sosta a Ibra.

- il primo è quello che sale al Jebel Akdhar e al Saiq Plateau: poco dopo l’inizio della strada che sale al Saiq Plateau c’è un checkpoint della polizia che non permette alle macchine non 4×4 di proseguire. Sinceramente la strada è un’autostrada di montagna, con alcuni punti molto pendenti ma con tutti i comfort di un’autostrada super moderna. In ogni caso, val la pena tener ben presente che senza fuoristrada non si ha il permesso di proseguire. L’attrattiva principale di questo percorso sono i paeselli di Al Ayr e Al Aqr, arroccati sulle montagne e circondati da giardini terrazzati per la coltivazione delle rose. Si arriva con la macchina fino ad un piccolo parcheggio da cui si prosegue a piedi per l’esplorazione dei villaggi: è un sentiero agevole e molto piacevole, i villaggi non hanno strade percorribili in macchina. Sembra di camminare in un presepe: casette color ocra, silenzio e qualche contadino che sarà felice di scambiare due parole e indicarvi la strada per godere dei panorami migliori sulla valle e sulle montagne intorno. Di rientro dal Saiq Plateau proseguiamo sull’altro versante portandoci avanti per il giorno dopo e visitando i due paeselli di Misfat e (old) Al Hamra. Misfat in particolare è davvero sorprendente: è perfettamente inserito in una “foresta” di palme da dattero, anche qui si cammina tra giardini terrazzati e canali d’irrigazione (detti falaj): molto bello.
- il secondo percorso è quello che sale fino alla cima più alta dell’Oman, il Jebel Shams. Da qui si arriva ad un punto panoramico che si apre su un’enorme canyon noto anche come Grand Canyon of Arabia. NB: per salire al Jebel Shams è indispensabile avere un fuoristrada perché la strada asfaltata finisce e ci si trova in salita su una strada sterrata stretta e tortuosa. L’unica seria difficoltà sono le indicazioni che non sono sempre molto chiare.
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