Il sacerdote Lorenzo Curbelo non se la doveva passar bene quel 1° settembre del 1730, quando il vulcano Timanfaya decise di cambiare per sempre il volto dell’Isola di Lanzarote. Il suo racconto è oggi una delle testimonianze dirette di quell’eruzione che, tra le nove e le dieci di sera, spaccò la superficie della la terra facendo sorgere una montagna rossa dove prima non c’era. Quell’eruzione durò ben 6 anni, rase al suolo interi villaggi e rese Lanzarote più simile a Marte che al nostro pianeta.
Oggi il Timanfaya è un “pacifico” Parco Nazionale dove i visitatori si possono divertire con geyser improvvisati sorseggiando un buon vino e mangiando cibi cucinati sul fuoco che ancora brucia a pochi metri di profondità.
Ma soprattutto è possibile fare un tour di 40 minuti all’interno del Parco a bordo di un bus che lentamente scivola lungo una strada che percorre questo deserto di sabbia e lava nera. E’ un luogo molto suggestivo che ti fa sentire un ospite, un visitatore…un alieno!
Il mio consiglio è quello di non arrivare troppo tardi al mattino perché si rischia di fare un po’ di coda con la macchina all’ingresso del Parco.
Nella collina dove si trova il parcheggio e da dove partono gli autobus si trova anche il famoso ristorante El Diablo progettato da Manrique.
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Il Parco del Timanfaya si trova nella zona sud-occidentale dell’isola. Le Montanas de Fuego sono considerate Patrimonio dell’Umanità.
Un paesaggio proprio lunare 😍 bellissimo 😀
Sì è un posto unico!